Adam Jeffson assiste alla fine del mondo, o più precisamente alla fine dell’uomo. Durante una spedizione al Polo Nord, si salva miracolosamente da una nube venefica dal colore purpureo e dall'odore di pesca che invade tutto il mondo e in un attimo uccide tutto ciò che incontra. Adam si ritrova così completamente solo, consapevole di essere l’unico sopravvissuto. Attorno a lui una folla di cadaveri la cui decomposizione è rallentata dai vapori della nube e il lento declino di ciò che il genere umano è stato. Presto Adam è sopraffatto dalla sua condizione e una collera distruttrice si impossessa di lui, ma al tempo stesso sente la necessità di lasciare la sua firma in questo mondo e inizia la costruzione di un tempio.
Una domanda, che si trasforma poi in incubo, però lo perseguita: è effettivamente solo? Così le ombre di altri possibili superstiti cominciano a perseguitarlo e l’ira distruttrice ritorna.
La sua tenacia, la sua curiosità, la speranza, i ricordi e le aspettative condurranno Adam in un viaggio epico, in cui lui è l’ultimo e il primo uomo sulla Terra.
Lo scenario apocalittico è sconcertante e raccapricciante: è difficile accettare che tutto ciò di grandioso che è stato realizzato dal genere umano diventi in realtà vano, nel momento in cui non ci sia più nessuno ad ammirarlo. A contribuire all’atmosfera cupa e tetra sono i miliardi di cadaveri sparsi in tutto il mondo che mantengono il loro aspetto e sembrano farsi beffa delle leggi della natura.
Il protagonista si assume il compito di narrarci in prima persona le sue avventure. Lui, quanto noi, è spaesato, ma cerca di gestire la situazione al meglio, non sempre riuscendoci. Spesso, infatti, si lascia andare alle sue passioni e così si alternano in lui momenti di lucidità a momenti di disperazione e completa follia. Sente su di lui un peso e una responsabilità enormi, che forse non è in grado di gestire, ma è anche convinto della sua invincibilità e, quasi, immortalità.
La bravura di Shiel impedisce al lettore di sfuggire al fascino di questo romanzo e del suo protagonista, in cui è racchiuso tutto il genere umano. Siamo anche noi protagonisti insieme ad Adam di questa storia, il cui palcoscenico è il nostro stesso mondo.
L’idea dell’apocalisse ha in sé quel qualcosa di inquietante e ipnotizzante che ci attrae irrimediabilmente e ne “La nube purpurea” l’effetto non potrebbe essere diverso.
La lettura è scorrevole, il lettore viene catturato dalle descrizioni immaginarie del paesaggio e dalle emozioni e dai pensieri travolgenti di Adam.
Il risultato di tutte queste forze è un romanzo accattivante e ai limiti della realtà.
Erica